RoboCop (reboot 2014)

Con la sceneggiatura scritta da Nick Schenk, James Vanderbilt e Joshua Zetumer questo film è il reboot dell’omonimo cult di Paul Veroheven del 1987.

In un distopico anno 2028, la multinazionale OmniCorp vorrebbe introdurre i suoi tecnologici robot di pattuglia nelle schiere delle forze dell’ordine di Detroit. A causa della Legge Dreyfuss che vieta categoricamente questa possibilità e della diffidenza dell’opinione pubblica, l’azienda studia un modo alternativo per realizzare il suo progetto. Per aggirare la normativa e accontentare i cittadini, la OmniCorp medita di costruire un cyborg per metà umano e per metà robot.

L’occasione perfetta si presenta con la tragica morte dell’agente Alex Murphy (Joel Kinnaman), ucciso in servizio dall’esplosione di un’autobomba. Norton (Gary Oldman), scienziato e collaboratore della multinazionale, sceglie Murphy per l’ambizioso progetto e, dopo aver chiesto il consenso alla moglie Clara (Abbie Cornish), trasforma il poliziotto in RoboCop. L’esperimento sembra riuscire nel migliore dei modi, se non fosse che i ricordi di Murphy continuano ad affiorare insistenti, provocando uno shock emotivo nel cyborg.

Il dottor Norton corre ai ripari, riprogrammando il cervello di RoboCop e impedendo a Clara di contattarlo, al fine di non compromettere la sua funzionalità. Il poliziotto robotico, dando sfoggio delle sue incredibili capacità e della sua efficienza, conquista la fiducia degli abitanti di Detroit in brevissimo tempo. I flashback, tuttavia, tornano insistentemente e RoboCop decide di indagare sulle circostanze del decesso di Murphy, smascherando la corruzione e gli abusi della polizia locale.

Con le sue gesta, inoltre, il cyborg convince la commissione ad abrogare la Legge Dreyfuss. Le sue scoperte, tuttavia, rischiano compromettere anche il direttore della OmniCorp, Raymond Sellars (Michael Keaton), che non può permettere che la sua creazione si ribelli.