I predatori
- Genere: Commedia
- Durata: 109 min
- Paese: Italia
- Distribuzione: 01 Distribution
- Produzione: Fandango e Rai Cinema
- Data Uscita: 22 Ott 2020
- Regista: Pietro Castellitto
- Cast: Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Pietro Castellitto, Giorgio Montanini, Dario Cassini, Anita Caprioli, Marzia Ubaldi, Antonio Gerardi, Nando Paone, Vinicio Marchioni, Claudio Camilli, Liliana Fiorelli, Renato Marchetti, Giulia Petrini, Francesco Borghese
- Musiche: Niccolò Contessa
- Fotografia: Carlo Rinaldi
Presentato in Concorso nella sezione Orizzonti al Festival di Venezia 2020, I predatori ha vinto il Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura, assegnato a Pietro Castellitto che ha scritto e diretto il film.
La storia di due famiglie, i Pavone e i Vismara, molto diverse fra loro sia nella scala sociale che nella vita: intellettuale, ricchi, borghesi i primi; proletari, fascisti e incolti i secondi. Nonostante la loro estrema diversità, qualcosa li accomuna e non è soltanto la caotica Roma in cui vivono.
Un semplice incidente e un torto subito porteranno le realtà dei Pavone e dei Vismara a scontrarsi. Motore di questa collisione è un 25enne, che mostrerà come gli esponenti delle due famiglie custodiscano gelosamente ognuno un proprio segreto, rivelando come spesso l'apparenza inganni, perché in fondo non ci sono vittime, ma solo predatori.
È mattina presto, il mare di Ostia è calmo. Un uomo bussa a casa di una signora: le venderà un orologio. È sempre mattina presto quando, qualche giorno dopo, un giovane assistente di filosofia verrà lasciato fuori dal gruppo scelto per la riesumazione del corpo di Nietzsche. Due torti subiti. I Pavone e i Vismara sono due famiglie apparentemente incompatibili: borghese e intellettuale la prima, proletaria e fascista la seconda. Nuclei opposti che condividono la stessa giungla, Roma. Un banale incidente farà collidere quei due poli. E la follia di un ragazzo di 25 anni scoprirà le carte per rivelare che tutti hanno un segreto e nessuno è ciò che sembra. E che siamo tutti predatori.
NOTE DI REGIA: Questo è un film corale, ma i personaggi non lo sanno. Ognuno di loro è solo, perso in quel tratto di vita in cui nessuno sembra capirti e vorresti che tutto andasse dall’altra parte. Invertire il corso per vivere la propria speranza: è questa la loro battaglia. D’altronde, essere felici è un mestiere difficile. A volte, un mestiere da “predatori”. In Federico ho catalizzato un sentimento di alienazione, un carico di frustrazione enorme, che nasce dalla differenza che c’è tra quello che sei e quello che gli altri pensano tu sia. Un carico inquietante che può portare a gesti estremi. A me, fortunatamente, ha fatto scrivere un film. Questo.